Nulla contro la Lagarde, ma …
Ieri, la giornata sulla borsa americana appariva ribassista, ma relativamente tranquilla.
Non c’erano apparenti ragioni di pensare ad un sell off. La volatilità sulle opzioni appariva stazionaria, indice Vix posizionato nella parte più bassa del range degli ultimi cinque giorni.
Alle 14.30 aveva parlato la Lagarde, annunciando uno 0.25 in più sui tassi di eurozona a luglio. Tutto sommato quello che il mercato aveva già attualizzato.
Non metto in discussione la competenza personale e professionale della Lagarde.
Però, è la persona sbagliata, al posto sbagliato, nel tempo più sfortunato possibile. Ormai potremmo considerarla un indicatore short.
Il suo problema è di dover apparire come Lady Lagarde. Questo è catastrofico per la sua comunicazione in quel ruolo.
Prova a guardare il filmato della sua conferenza, le risposte ai giornalisti … guarda la sua interazione con gli altri.
C’è qualcosa che riesce ad infondere incertezza nel suo modo di fare. E l’incertezza genera ribassi. Ha un atteggiamento di “falsa sicurezza” personale. Così, infonde insicurezza.
Così è stato, per l’ennesima volta. Sarà un caso, una coincidenza, una fatalità.
Nella giornata in cui Lady Lagarde parla, i mercati piombano giù.
Il grande Totò non avrebbe dubbi su come classificarla.
Dicevo sopra, la giornata appariva, all’inizio della sessione americana, più tranquilla di come poi si è sviluppata. Poi c’è stato un disastroso effetto Lagarde.
In realtà, quello che abbiamo visto, è un improvviso aumento della volatilità, proprio a metà della giornata di negoziazione. Ma un aumento proprio improvviso, con il Vix in salita verticale.
Il 2022 ci ha abituato a cose mai viste prima. Ebbene ieri sera, abbiamo visto una enorme concentrazione di ordini Market On Close affluire sul mercato. Ovvero: chiudere tutte le posizioni in chiusura.
L’afflusso di questi ordini Market On Close è stato oceanico, dirompente.
Qualcuno sapeva qualcosa che altri non sapevano. Il giorno prima del dato sull’inflazione americana.
E la percezione di questo ha diffuso una notizia, un rumor o semplicemente una paura diabolica, come alle volte accade sul mercato.
E’ stato tutto vertiginoso, cosa di pochi minuti, una scossa elettrica che si è propagata rapidamente.
Rottura dei supporti, fino ad esplorare la zona appena sopra 4000 dell’S&P500. Dove, fra l’altro, c’è un supporto di PUT sulla scadenza 17 giugno da mettere paura.
L’eurodollaro, seguendo il flow della caduta delle borse, virava potentemente al ribasso.
Tutto regolare, no? L’effetto Lagarde, particolarmente efficace sull’euro, si è fatto sentire … aumento dei tassi sull’euro? E’ vero che l’euro dovrebbe salire? No, no, nel giorno di Lady Lagarde, l’euro va al ribasso, insieme con le borse. Ha parlato la Lagarde, sai?
Per quanto riguarda le borse, i casi sono due.
La prima ipotesi è quella diabolica. Ovvero, è bastato, appunto, trasmettere la “paura” per annichilire il mercato, spingerlo sui supporti e … poi tirarlo su dopo la notizia, con qualche bizzarra interpretazione dell’inflazione, che sia più alta o più bassa c’è sempre una buona motivazione per far prendere una direzione al mercato, qualunque essa sia.
La seconda ipotesi è che il dato sull’inflazione sia uno shock e qualcuno lo sapeva, o qualche sintomo lo dimostrava.
8.5% il dato di marzo, 8.3% aprile, 9.0 quello previsto per maggio, atteso per oggi alle 14.30. Se fosse a due cifre, sarebbe effettivamente uno shock senza precedenti.
Quando il giorno prima di una notizia importante il mercato scende, spesso sale dopo la notizia. Se dovesse continuare a scendere a seguito di uno shock, questa volta sarebbe un bel problema fermarlo.
Confesso: propendo, ma è solo una opinione, per una risalita post-notizia, con la consueta pazza volatilità iniziale a ridosso della notizia.
Ma potrei sbagliarmi e anche di grosso … ci attende una estate molto molto molto difficile sui mercati azionari. Solo che le difficoltà più gravi le vedevo collocate un po’ più avanti, se cominciano ora, sarà dura passare tutto l’estate così.
Redazione Trading Intraday
P.S.: Non sappiamo come finirà. Ma una prospettiva recessiva in presenza di una inflazione galoppante è già un problema grave e difficile da affrontare. Aggiungiamo l’enormità del debito mondiale, aggiungiamo una quantità impressionante di titoli nella pancia delle banche centrali, soprattutto della Fed …
Mettiamo nella ricetta di cui sopra un po’ di condimento, con la guerra in Ucraina, la crisi dei semiconduttori, la crisi della fornitura di materie prime essenziali, il mondo che si spacca inesorabilmente in due e la crisi energetica.
Che gli anni venti fossero un rebus, lo avevamo detto da tempo. Ora ci siamo dentro e la sciarada è proprio bella complicata.